Un’immagine vale mille parole, si dice, ma può anche trarre mille volte in inganno. Chiedete per esempio a dei non esperti di giudicare quale di due spiegazioni di un certo fenomeno psicologico sia più convincente. In genere, anche persone comuni, sanno riconoscere una buona spiegazione scientifica da una cattiva. Ora corredate la cattiva spiegazione con eleganti immagini di cervelli che si colorano di rosso, giallo e blu – come nelle immagini tipicamente ricavate dalla risonanza magnetica funzionale (RMF) – e d’improvviso ecco che anch’essa diventa convincente. Già, perché l’esca scientifico-tecnologica di aree del cervello illuminate (anche se non c’entrano nulla con il problema in questione) è semplicemente irresistibile, come se la sola presenza dei “colori del cervello” bastasse ad anestetizzare il nostro senso critico, per farci credere di essere di fronte a una spiegazione quando in verità non ve ne è alcuna.
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