Secondo il modello della mente teorizzato dalla nuova scienza cognitiva esistono processi cognitivi distribuiti nell’ambiente e veicolati da strumenti esterni di elaborazione dell’informazione. Secondo alcuni ciò comporterebbe una revisione della nozione stessa di soggetto di esperienza e di persona umana – una revisione che attenua il peso della dimensione biologica e rivaluta la figura del cyborg (organismo cibernetico) come modello dell’interazione tra componente biologica e componente culturale degli esseri umani. Questa posizione non è esente da problemi soprattutto relativamente all’analisi della dimensione soggettiva dell’esperienza, al tema dell’unità della mente («esiste la cognizione estesa, ma non il soggetto esteso») e alla questione del «marchio» del mentale. Una corretta discussione dell’idea di mente estesa conduce anche ad affrontare tematiche etiche e antropologiche, quali il rapporto tra i concetti di umano e di postumano, nonché la relazione tra sviluppo tecnologico e potenziamento cognitivo nella nostra specie.
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