Nel mezzo della recessione globale più grave dal 1929, la possibilità di tenere conto dei fattori psicologici nell’analisi del comportamento umano offre una nuova prospettiva per la ridefinizione della prassi economica e della pratica politica. Il primo paragrafo illustra il contributo dell’approccio sperimentale e neuro-cognitivo alla comprensione dei mercati finanziari. La finanza comportamentale e la sua recente declinazione in neuro-finanza, andando oltre l’ipotesi di razionalità perfetta degli agenti economici, introducono l’irrazionalità sistematica quale possibile fattore esplicativo di fenomeni come le bolle speculative. Il secondo paragrafo affronta il tema del rapporto tra teoria economica e misurazione della felicità, ripercorrendo brevemente la storia del pensiero economico rispetto alla quantificazione degli stati edonici e presentando l’approccio sperimentale al benessere e quello dell’economia dei beni relazionali. Per concludere, il terzo paragrafo suggerisce alcune applicazioni di un approccio alle questioni pubbliche che tenga conto delle caratteristiche cognitive degli individui e delle misurazioni della felicità della popolazione, soprattutto per quanto riguarda le politiche economiche e sociali.
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