Agire sui comportamenti per salvare l’ambiente: l’approccio cognitivo alla green economy

Matteo Motterlini Greenreport.it - 20/12/2013

 

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Dalla behavioral economics una spinta decisiva per realizzare la sostenibilità

 

Approvando il disegno di legge “Collegato Ambiente“ alla legge di Stabilità, il Consiglio dei Ministri ha recentemente dato corpo alla sua strategia per promuovere nuove misure di green economy, modelli di sviluppo riguardanti le energie rinnovabili, il trasporto ecologico, la gestione delle risorse naturali, la produzione e l’edilizia ecosostenibile. Tra le varie norme, introdotte o modificate, il testo affronta i problemi della valutazione d’impatto ambientale, la gestione del servizio idrico e dei rifiuti, la difesa del suolo e della natura. In generale il provvedimento mostra quali siano i tre strumenti che tradizionalmente le istituzioni utilizzano per promuovere politiche a favore dell’ambiente: i) regolamentazioni (restrizioni e divieti), ii) incentivi economici (tasse, sussidi, multe) e iii) distribuzione dell’informazione.

Un programma di questo tipo tuttavia non pone alcuna attenzione sul reale comportamento dei cittadini. Le scienze comportamentali mostrano, in particolare, come l’idealizzazione di cittadino “razionale” e ben informato, che prende decisioni virtuose per se stesso e per la società, presupposto dell’approccio tradizionale, sia in parte disatteso alla prova dei fatti[2]. Procrastinazione, inerzia, tendenza a rimanere nel proprio status quo, preferire risparmi sul breve periodo piuttosto che a lungo termine, sono solo alcuni dei fattori ben documentati che influenzano le scelte dei cittadini e che ostacolano la diffusione di comportamenti pro-ambiente. Quali misure “comportamentali” (behavioral) possono intraprendere i governi per promuovere la green economy?

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