La relazione tra economia e psicologia è passata da una naturale coesistenza e selettiva interazione (diciottesimo e diciannovesimo secolo) a un tentativo da parte dell’economia di espellere ogni componente psicologica dai propri fondamenti, attraverso il raffinamento del concetto di utilità (anni Trenta del ventesimo secolo). Il dialogo tra le due discipline si è quindi esaurito per un certo periodo nell’atteggiamento imperialistico dell’economia neoclassica, salvo riprendere vigore negli ultimi trent’anni in seguito alle violazioni documentate sperimentalmente del modello di razionalità economica e al tentativo della behavioral economics di incorporare assunzioni cognitive nei modelli formali dell’economia.
In questa ricerca avanzo argomenti epistemologici a favore della complementarietà tra economia e psicologia cognitiva muovendo da riconoscimento del ruolo “euristico” (Harsanyi) svolto dal concetto normativo di razionalità. Se, da un lato, i modelli normativi (dell’economia) forniscono le categorie analitiche e gli standard per caratterizzare i risultati della ricerca empirica e di laboratorio che altrimenti affogherebbero nell’abbondanza della realtà; dall’altro, i resoconti descrittivi (della psicologia) rendono conto di una ricchezza del comportamento effettivo che suggerisce la povertà delle teorie normative e insieme la direzione per una loro possibile revisione. I modelli normativi fissano così le questioni rilevanti circa il comportamento umano nel senso di errori di performance che devono essere spiegati e, se possibile, corretti. In questo modo svolgono un importante ruolo guida per l’indagine cognitivo-sperimentale, sollevando le domande rilevanti e dirigendo la ricerca verso aspetti del comportamento che possono migliorare il benessere sociale. Allo stesso tempo, l’indagine empirica sui meccanismi che governano le decisioni umane in contesti controllati offre l’opportunità di riscattare parte dell’abbondanza del comportamento umano persa nelle astrazioni dei modelli normativi dell’economia facendo in modo che quest’ultimi si avvicinino al mondo dei fenomeni reali.
(In collaborazione con Baruch Fischhoff, Carnegie Mellon)