Identità e mutamento. La biologia in bilico.

Gianvito Martino Editrice San Raffaele - 2010

Identità e mutamento. La biologia in bilicoCellule della pelle che diventano cellule embrionali, topi femmine che diventano topi maschi, specie che cambiano specie o specie che vengono create in laboratorio, specie ibride che contengono le caratteristiche di più specie: non vi è dubbio che siamo arrivati al punto in cui definire l’identità a livello biologico è un’operazione destinata al fallimento, e non a causa delle nostre limitate capacità classificatorie, ma perché il concetto stesso di identità sembra avere poco senso, in natura. La cellula, infatti, può decidere di cambiare forma e funzione, e quindi identità, anche dopo aver assunto la sua forma definitiva, considerata fino a poco tempo fa immutabile e irreversibile. Il genere, cioè l’essere maschi o femmine, è anch’esso soggetto a mutevolezze che possono stravolgerne il senso, al punto che ci sono organismi bisessuali o transessuali la cui dubbia identità di genere è essenziale per la loro stessa sopravvivenza. Pure la specie cambia identità per meglio adattarsi all’ambiente in cui vive. Possiamo dunque spingerci a fare un’affermazione che suona provocatoria: è proprio la mancanza di identità a rendere possibile la vita, ed è il concetto di plasticità, in contrapposizione a quello di identità, a caratterizzare la natura. Una volta che si sia assunto questo sguardo, gli sviluppi della scienza ci spaventeranno di meno, perché non faranno altro che rivelarci ciò che la natura sa già da miliardi di anni, e le questioni ideologiche legate a tematiche di tipo sessuale, specista o razziale, che tanto danno hanno portato agli esseri umani, non potranno più ammantarsi di una inesistente realtà biologica.

Share Button