Federico Bina

Dottorando in Filosofia presso l’Università Vita-Salute San Raffaele, Federico si occupa di etica, epistemologia, psicologia delle decisioni, teoria dell’evoluzione e del cambiamento morale. È stato Visiting Fellow presso il dipartimento di Psicologia della Harvard University (Greene Lab). Dal 2019 è teaching assistant nei corsi di Economia cognitiva e (Prof. Motterlini, unisr) e Neuroetica (Prof.ssa Songhorian, unisr e unimi), dove ha tenuto seminari sulla psicologia delle norme sociali, la metodologia dell’economia sperimentale e delle behavioral public policies in paesi in via di sviluppo, l’etica dei nudge. Ha condotto con C. Martini, D. Battisti e M. Consolandi uno studio sulla comunicazione della scienza in Italia durante la pandemia di Covid-19 (Social Epistemology), e con M. Andreoletti uno studio sugli standard di evidenza delle procedure chirurgiche (Theoretical Medicine and Bioethics).

Le scienze cognitive possono renderci più lungimiranti? La difficoltà nell’essere motivati ad agire in tutela degli interessi di persone distanti dipende dal fatto che il raggio d’influenza degli esseri umani è stato molto limitato per la maggior parte della loro storia evolutiva. Ciò si esprime, per esempio, in livelli di attivazione emotiva significativamente diversi a seconda che l’oggetto in questione si trovi in prossimità oppure lontano da noi. La tendenza a svalutare il valore di persone e eventi distanti (social discounting) ha pertanto una spiegazione naturale: ma è per questo anche razionalmente giustificabile? Obiettivo della mia ricerca è indagare la natura dei processi cognitivi sottostanti alla possibilità di liberarsi da pregiudizi di questo tipo, e di riflettere sulle questioni etiche e politiche sollevate dalla possibilità di far leva su tali meccanismi cognitivi al fine di promuovere comportamenti più lungimiranti.
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