Una “spinta gentile” per essere più green

13 Dicembre 2017 Articoli

Presentati a Roma i risultati del progetto del GSE sull’applicazione della teoria economico-comportamentale all’efficienza degli impianti fotovoltaici

Mantenere in efficienza gli impianti fotovoltaici significa prima di tutto aumentare la produzione di energia da fonti rinnovabili, con risvolti positivi in termini di guadagno per il titolare dell’impianto e per la società nel suo insieme, che in questo modo beneficia della riduzione di emissioni di CO2 e di un miglioramento delle condizioni ambientali. Si poggia su questi presupposti il progetto pilota nato dalla collaborazione tra il GSE – Gestore dei Servizi Energetici e Matteo Motterlini, Professore di Economia Cognitiva e Neuroeconomia al San Raffaele di Milano.

“Un’enorme mole di evidenza mostra che le scienze comportamentali consentono di progettare politiche di provata efficacia a un costo più basso” ha spiegato Motterlini, che ha aggiunto “se vogliamo aumentare i comportamenti virtuosi dei cittadini, non possiamo prescindere da una più realistica comprensione di ciò che determina le decisioni di ciascuno di noi, da cui, in ultimo, dipende il benessere di tutti. Progettare e realizzare interventi a misura di cittadino che siano semplici, salienti, attraenti e basati sull’evidenza, è cruciale per il successo di ogni forma di politica pubblica”.

Ecco allora che la ‘teoria dei nudge’, quella della ‘spinta gentile’, si presta alla causa della sostenibilità. La teoria è valsa il Nobel 2017 per l’economia al suo inventore, Richard Thaler, ed applicata al tema dell’efficienza energetica ha regalato risultati interessanti. Si tratta, in pratica, di indurre comportamenti virtuosi tramite appositi stimoli visivi. Non si parla di un divieto o una minaccia, sia chiaro. Al contrario, la spinta gentile è per sua stessa natura rivolta a condizionare positivamente il cittadino.

Per lo studio è stato dunque selezionato un campione di 477 impianti fotovoltaici di analoga tipologia e appartenenti alla medesima area geografica, il Nord Italia. Gli impianti sono stati suddivisi in 3 gruppi simili, tra cui un gruppo di controllo, che non ha ricevuto alcun tipo di comunicazione. Gli altri due gruppi, circa 318 impianti in totale, hanno invece ricevuto una “comunicazione mirata”, quella che nelle scienze comportamentali viene appunto definita nudge, finalizzata a rendere i proprietari consapevoli delle basse prestazioni dei propri impianti ed inducendo gli stessi ad effettuare la manutenzione per aumentarne l’efficienza energetica. Di questi 318 impianti, 159 hanno ricevuto un nudge che faceva leva sul confronto con altri impianti “gemelli” che producono di più (confronto sociale), mentre altri 159 hanno invece ricevuto una comunicazione incentrata sulla perdita di incentivi (avversione alle perdite) dovuta alla scarsa efficienza dell’impianto. I destinatari della comunicazione sono stati inoltre invitati a consultare la pagina del sito del GSE che riporta i consigli per la più corretta manutenzione e gestione degli impianti.

I risultati del progetto, illustrati durante il Convegno sulle Scienze Comportali applicate al settore dell’energia, sembrerebbero aver dimostrato le intenzioni iniziali: nei primi 9 mesi di sperimentazione, a parità di insolazione, gli impianti che hanno ricevuto il nudge (318 su 477) hanno prodotto mediamente il 4% in più rispetto al gruppo di controllo a cui non era stata inviata alcuna comunicazione.

La prima fase del progetto sembrerebbe quindi confermare che il nudge o “spinta gentile” consente di orientare i comportamenti al fine di aumentare la produzione di energia fotovoltaica. La comunicazione inviata dal GSE ha di fatto finito per generare una sorta di competizione virtuosa tra i titolari degli impianti per produrre più energia verde e ridurre le emissioni di CO2.

IL GSE appare soddisfatto dei risultati emersi dallo studio. “Il GSE come responsabile dello sviluppo sostenibile accresce la consapevolezza dei cittadini sui temi dell’efficienza energetica e delle loro potenzialità”, ha detto il presidente Francesco Sperandini, per poi concludere: “con il progetto di Scienze Comportamentali, il GSE condivide con la collettività il proprio patrimonio di informazioni, così da innescare comportamenti virtuosi per l’economia e per l’ambiente”.
LA STAMPA 11.12.2017

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